Un giorno di Grazia, sicuramente questo possiamo dire del 13 Maggio 2024
Messaggio di saluto dell’Ambasciatore di Polonia:
Scan przemówienia w Fiorano ModeneseOmelia di Mons. Francesco Cavina:
Siamo riuniti, insieme questa sera per rendere omaggio a un grande santo dei nostri tempi, il Papa Giovanni Paolo II, la cui reliquia verrà esposta alla venerazione in questo Santuario Mariano di Fiorano. Saluto le autorità religiose, civili, militari, voi cari sacerdoti e fedeli convenuti per rendere omaggio a questo grande Pontefice, che ha contribuito a cambiare la storia dell’Europa. Un particolare ringraziamento a S.Eccellenza l’Ambasciatore della Repubblica di Polonia presso la Santa Sede, che ci onora della sua presenza. Non credo di fare un torto alla Vergine Maria se nell’omelia darò spazio alla figura del Papa perchè, in realtà, parlando di lui noi parliamo anche di Lei. Infatti a Cristo e alla Madonna Giovanni Paolo II ha consegnato la sua vita, e a loro si è abbandonato incondizionatamente in tutte la fasi della sua esistenza. La protezione della Vergine Maria si è manifestata in maniera palese nell’attentato subito il 13 maggio 1981 in Piazza san Pietro, che ha portato il Pontefice a radicarsi, con ancora maggiore convinzione al Cuore amoroso della nostra Madre celeste, come testimoniano le parole scritte il 24 febbraio 2005, a qualche mese dalla morte, dopo l’intervento di tracheotomia: Ma io sono sempre totus tuus. E’ ben giusto, dunque, che una sua reliquia trovi degna accoglienza in questo Santuario mariano.
Due aspetti vorrei richiamare brevemente della vita di san Giovanni Paolo II. Il primo, che mi sembra di grande attualità, è l’impegno profuso perchè fossero riconosciute le radici cristiane dell’Europa. Gli sforzi prodigati per conseguire tale obiettivo non scaturivano da un desiderio di potenza o di conquista, ma erano giustificati, innanzitutto, da un’evidenza. L’Europa è un immenso patrimonio di storia, di cultura e di arte, elaborato da nazioni sorte su comuni radici cristiane. Giovanni Paolo II, prima, e Benedetto XVI, poi, insieme a questa evidenza hanno individuato una motivazione ancora più profonda, che tocca il futuro stesso dell’Unione Europea. La menzione delle radici cristiane del nostro Continente è necessaria perchè il cristianesimo ha il grande merito storico di avere portato nel mondo una visione dell’uomo che è unica nella storia dell’umanità.
Questa visione, che esalta la dignità della persona umana, si fonda sull’evento dell’Incarnazione. Infatti, Il Figlio di Dio, condividendo in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana ha dichiarato che ogni persona, per il solo fatto di esistere, possiede una dignità altissima e irrinunciabile. Ora, tale dignità, poiché trae la sua origine non dall’uomo, ma da Cristo, per essere riconosciuta, custodita e rispettata necessita del riferimento a Lui. Senza Cristo, infatti, l’uomo manca di fondamenti veri e solidi senza i quali gli diventa difficile misurare il proprio orizzonte, comprendere il significato vero della libertà personale e viene privato della possibilità di conoscere il fine della vita. Sono queste le ragioni che hanno portato i Vescovi italiani nella recente “Lettera all’Europa” (8 maggio 2024) a ricordare che: Direttive e regolamenti da soli non fanno crescere la coesione. Serve un’anima!
L’Europa da una sana laicità sta scivolando verso un laicismo irreligioso, che la porta a negare l’originalità che ha fatto la sua grandezza. Le istituzione europee sembrano ignorare gli insegnamenti della storia, i quali ci svelano che i deragliamenti ideologici provocano sempre la distruzione dell’umano. I drammatici eventi che hanno segnato il secolo XX e stanno caratterizzando gli inizi del XXI ne sono una chiara ed evidente conferma. San Paolo VI riflettendo sui drammi che hanno segnato la storia umana si è posta la questione se l’uomo possa costruire una società senza una visione trascendente della vita – o peggio come sta avvenendo oggi, – contro la fede cristiana. La risposta a questo interrogativo la troviamo nell’enciclica Populorum Progressio dove il Papa ricorda che senza dubbio l’uomo può organizzare la terra anche senza Dio, ma: senza Dio egli non può alla fine che organizzarla contro l’uomo. L’umanesimo esclusivo è un umanesimo inumano”. A distanza di quasi 60 anni anche molti pensatori laici sono giunti a dover riconoscere che non è possibile un’etica che non sia antecedente a qualsivoglia ordine politico
La Chiesa che viene accusata di essere un’istituzione conservatrice e incapace di comprendere i cambiamenti della società, in realtà è sempre profetica nelle sue visioni e analisi. E, per inciso, vorrei ricordare che la prima Istituzione che ha sollevato pubblicamente la questione ecologica, di cui tutti oggi si fanno paladini, è stata proprio la Chiesa Cattolica, circa 60 anni fa. Ma la sua voce rimase inascoltata Ebbene, San Giovanni Paolo II, era consapevole che il riferimento a Dio nella Costituzione europea sarebbe stato un richiamo potente a non dimenticare che le politiche sociali ed economiche quando calpestano la dignità della persona rendono disumana e disumanizzante la società. E poichè il suo appello è rimasto inascoltato, Papa Benedetto XVI, nel tentativo estremo di aiutare l’Europa a ritrovare la propria Anima e la pace, ha lanciato agli europei il provocatorio invito a vivere come se Dio fosse. Perchè solo se Dio esiste l’uomo può trovare se stesso ed avere un difensore che lo salva dai soprusi e dall’ingiustizia.
Il secondo motivo di riflessione lo prendo dal funerale del santo Papa. Dopo la sua morte sembrava che tutto il mondo si fosse messo in fila per rendergli omaggio e dargli l’ultimo saluto. Perchè tante persone, soprattutto giovani, sono rimasti ore ed ore in file chilometriche in attesa di sfiorare almeno con gli occhi il corpo di Giovanni Paolo II. La risposta è una sola. Da Lui emanava un fascino che era espressione della sua straordinaria umanità e della sua santità, che si radicava nel suo amore a Cristo. Solo a partire da questo amore è possibile comprendere il suo indefesso impegno pastorale e la strenua difesa della dignità dell’uomo e della Verità. Il suo grido: “Non abbiate paura, spalancate le porte a Cristo”, costituisce oggi più che mai un invito alla Chiesa e ad ogni battezzato a portare a tutti la luce del Vangelo e a raccontare la vita bella che nasce dall’incontro con Cristo. Chiediamo, con le parole stesse di san Giovanni Paolo II, la grazia di tornare a mettere Cristo al centro della vita, perchè: “Anche noi, uomini e donne del terzo millennio, abbiamo bisogno di Te, Signore risorto! Rimani con noi ora e fino alla fine dei tempi. Fa’ che il progresso materiale dei popoli non offuschi mai i valori spirituali che sono l’anima della loro civiltà. Sostienici, Ti preghiamo, nel nostro cammino. In Te noi crediamo, in Te speriamo, perché Tu solo hai parole di vita eterna. Rimani con noi , Signore!”. (Giovanni Paolo II nel messaggio di Pasqua dell’Anno dell’Eucarestia) E Così sia!